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Della Mafia e di altri demoni Storie di Mafie e racconto penale della tipicità mafiosa (Spunti critici estratti dal sigillo processuale su Mafia Capitale)

Daniela Falcinelli

Archivio Penale
© dell'autore 2020
Ricevuto: 28 May 2020 | Accettato: 01 July 2020 | Pubblicato: 03 July 2020


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Riassunto

Il lettore delle motivazioni con cui la Suprema Corte di Cassazione chiude il noto processo denominato “Mafia Capitale” potrebbe concludere: se “una” mafia c’è, non è “la” mafia prevista e punita dai contenuti semantici dell’art. 416–bis c.p., ancorata ai tratti della vecchia forza di intimidazione, ma un “nuovo sistema”, in cui la più contemporanea modalità di mercimonio silente della pubblica funzione viene a porsi in primo piano. Ne rimane sollecitato lo sforzo esegetico ad un confronto più diretto con l’approccio alla storia della Mafia, oggetto del relativo precetto penale, che fa luce su di una eccezionale forza offensiva dell’organizzazione criminalele cui radici affondano nella paura storica della sua cultura di violenza letale: nel presente del delitto rivive il passato di una Storia di sangue né occasionale né episodica che è il fattore genetico della norma incriminatrice. La pittura normativa della Mafia come organizzata macchina di morte e di denaro tratteggia quindi senza sfumature gli atti associativi di un qualsiasi suo membro in condotte che si avvalgano di quella sua stessa forza di intimidazione concretamente micidiale, impiantando la descrizione dei fatti commessi dal concorrente esterno nella sola porzione dei contributi materiali “atipici”, significativamente agevolativi, al realizzarsi di quella tipologia di violenza efferata, in quanto omicidiaria, che è il nerbo del vincolo mafioso.


Of the Mafia and other demons. Mafia stories and criminal story of Mafia typicality (Critical points extracted from the procedural seal on Capital Mafia).


The reader of the reasons with which the Supreme Court of Cassation closes the well-known process called "Capital Mafia" could conclude: if there is "one" mafia, it is not "the" mafia foreseen and punished by the semantic contents of norm ex 416-bis of the Italian Criminal Code, anchored to the features of the old intimidation force, but a "new system", in which the most contemporary mode of silent merchandise of the public function comes to the fore. Remains urged the exegetical effort to a more direct confrontation with the approach to the history of the Mafia, object of the relative penal precept, which sheds light on an exceptional offensive force of the criminal organization, whose roots lie in the historical fear of its culture, of lethal violence: the past of a history of blood, neither occasional nor episodic, which is the genetic factor of the incriminating norm, relives in the present of the crime. The Mafia's normative painting as an organized machine of death and money therefore outlines the associative acts of any of its members in behaviors that make use of that same force of intimidation that is concretely deadly, implanting the description of the facts committed by the competitor outside in the only portion of the material contributions "atypical", that facilitate significantly, to the realization of that type of heinous violence, as homicidal, which is the backbone of the mafia bond.

 


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